(Francesco Chiacchio, Miracolo a Polignano) 
Tornando in nave dalla Grecia, terra di iceberg di roccia nera, le coste della Puglia sembrano un foglio di carta che galleggia sul mare. Quando il vacanziero scorge in lontananza lo zoccolo di scoglio di Polignano si ricorda che su quel foglio ci vivono degli umani che ci scrivono su, da secoli, le stesse frasi. In questa gita grafica per la provincia barese l’intruso fiorentino Chiacchio non si è fatto distrarre dall’azzurro troppo azzurro del mare e del cielo raccontandoci a matite morbide una Polignano dura e illuminata dai neon. Spazi marini e interni bui si alternano confondendosi e confondendo tempi e luoghi, caverne platoniche e jazzisti, filosofi greci e contrabbandieri. Che Francesco Chiacchio sia un maestro della narrazione e delle matite è ormai chiaro, anzi scuro.
Chapeau!
(Alessandro Tota, Fratelli)
Se il compito di un artista è quello di mettere e mettersi a nudo Alessandro Tota è destinato a rimpiazzare presto nel cuore dei francesi (popolo che attualmente lo ospita) il ricordo di Rosa Fumetto nella nobile arte dello spogliarello.
Con una padronanza musicale del ritmo, dei silenzi e delle pause che fa paura Tota ci porta in giro per una Bari sbiancata dalla luce e tra i casi suoi più intimi all’ombra di una tapparella abbassata. Tra interni ieratici di oggetti e umani silenziosi degni di Vermeer e sciatterie art brut Tota snoda una via crucis quotidiana alla fine della quale ci si sente più affranti della povera mamma di questi due mascalzoni ma con la consolazione di aver scoperto una stella internazionale della poesia a fumetti dei prossimi anni.
Tornando in nave dalla Grecia, terra di iceberg di roccia nera, le coste della Puglia sembrano un foglio di carta che galleggia sul mare. Quando il vacanziero scorge in lontananza lo zoccolo di scoglio di Polignano si ricorda che su quel foglio ci vivono degli umani che ci scrivono su, da secoli, le stesse frasi. In questa gita grafica per la provincia barese l’intruso fiorentino Chiacchio non si è fatto distrarre dall’azzurro troppo azzurro del mare e del cielo raccontandoci a matite morbide una Polignano dura e illuminata dai neon. Spazi marini e interni bui si alternano confondendosi e confondendo tempi e luoghi, caverne platoniche e jazzisti, filosofi greci e contrabbandieri. Che Francesco Chiacchio sia un maestro della narrazione e delle matite è ormai chiaro, anzi scuro.
Chapeau!
(Alessandro Tota, Fratelli)

Con una padronanza musicale del ritmo, dei silenzi e delle pause che fa paura Tota ci porta in giro per una Bari sbiancata dalla luce e tra i casi suoi più intimi all’ombra di una tapparella abbassata. Tra interni ieratici di oggetti e umani silenziosi degni di Vermeer e sciatterie art brut Tota snoda una via crucis quotidiana alla fine della quale ci si sente più affranti della povera mamma di questi due mascalzoni ma con la consolazione di aver scoperto una stella internazionale della poesia a fumetti dei prossimi anni.
P.S. da una città nelle cui case si appendono i quadri di Piccinni e Franz Borghese non si può che scappare.
Patatine con sorpresa.
(Roberto La Forgia, Patatine)
Quelli di Roberto La Forgia sono bambini cosmici di quelli che trovereste a roteare nella loro placenta ai confini spazio-temporali dell’universo in un film di Kubrick. Ma a differenza loro questi enfants terribles di Capurso non resterebbero in attesa di ricongiungere l’anello del tempo ma darebbero un calcio nelle palle all’ignaro astronauta e fuggirebbero sghignazzando. Patatine è una giostra impazzita su cui si può salire da ogni vignetta ma è praticamente impossibile scendere. Si fugge, si pedala, ci si nasconde e alla fine si è stanchi ma felici. Se Roberto la Forgia fosse negli States a quest’ora i suoi characters sarebbero sulle felpe e i cappellini di tutti i teenagers americani e la Warner starebbe producendo il loro secondo lungometraggio. Per fortuna questo non accade perché altrimenti Roberto spenderebbe tutto in patatine o qualsiasi altra sostanza che colmi momentaneamente il pozzo senza fondo della sua fantasia.

Il tema del momento (ce n'est qu'un début?)
(Pasquale La Forgia, La Vita Vera)

Quando la mano morta del fumetto esce dal coma sgranchisce le falangi in giochi grafici di prestidigitazione ma tira anche cazzotti.
Con uno stile staminale che vagabonda tra il Pericoli dei ’70, Miguel Pavia, Glaser e l’osservazione dal vero Pasquale La Forgia esordisce sulla scena del fumetto italiano con un colpo di pistola. E’ un colpo che però non uccide ma, al contrario, prova a resuscitare un nobile “genere” narrativo sia letterario che cinematografico ma che negli anni ’70-‘80 trovò nel fumetto, per flessibilità, rapidità e popolarità dello strumento (marxianamente: per la povertà dei mezzi di produzione), il suo spazio ideale.
Per la verità si trattò di una tendenza soprattutto francese (Lauzier e Bretecher) e che in Italia rappresentarono brevemente (tra i pochi) il citato Pericoli con Pirella e il fiacco Staino.
Parlo della short -story di critica politica e di costume (come separarle?), critica sempre “a tesi” e bozzettistica ma proprio per questo capace di penetrazione storica e psicologica acuminata come il caso del bel debutto di Pasquale La Forgia che lascia ben sperare anche in una riscossa del genere.
Per tutti i personaggi principali de La Vita Vera (burattinai e burattini, biologi e criceti mediatici) la “realtà” può essere una merce come un’altra da simulare o un mito impalpabile da inseguire ma entrambi contribuiscono ad allargare il solco tra vita e la sua rappresentazione. Inevitabilmente, ineluttabilmente. Sullo sfondo il fossile preistorico dell’uomo di Altamura da milioni di anni guarda il tutto con il suo inevitabile sorriso scarnificato.
(Pasquale La Forgia, La Vita Vera)

Quando la mano morta del fumetto esce dal coma sgranchisce le falangi in giochi grafici di prestidigitazione ma tira anche cazzotti.
Con uno stile staminale che vagabonda tra il Pericoli dei ’70, Miguel Pavia, Glaser e l’osservazione dal vero Pasquale La Forgia esordisce sulla scena del fumetto italiano con un colpo di pistola. E’ un colpo che però non uccide ma, al contrario, prova a resuscitare un nobile “genere” narrativo sia letterario che cinematografico ma che negli anni ’70-‘80 trovò nel fumetto, per flessibilità, rapidità e popolarità dello strumento (marxianamente: per la povertà dei mezzi di produzione), il suo spazio ideale.
Per la verità si trattò di una tendenza soprattutto francese (Lauzier e Bretecher) e che in Italia rappresentarono brevemente (tra i pochi) il citato Pericoli con Pirella e il fiacco Staino.
Parlo della short -story di critica politica e di costume (come separarle?), critica sempre “a tesi” e bozzettistica ma proprio per questo capace di penetrazione storica e psicologica acuminata come il caso del bel debutto di Pasquale La Forgia che lascia ben sperare anche in una riscossa del genere.
I fiorellini del male
(Amanda Vähämäki, La creatura )
Potrei scrivere ancora della superba eleganza degli interludi marini di Cattani, dei potenti ex-voto grafici di Fior, Nanni, Bruno, Corona (cosa aggiungere al miracolo di S.Rocco che, apparendo in un rave, salva con un coro d'angeli il dj che si è dimenticato i cd? ) ma fate prima a correre a comprare Gli Intrusi e assicurarvi così un posto in prima fila per assistere al futuro del fumetto. A tutto quello che può ancora essere, dire e fare questa arte che, per dirla con ElTofo, è di retroguardia e insieme d’avanguardia.
Per gustare l’opera di questi giovani maestri di questa giovane arte e poter dire “io c’ero”, anche se da Intruso.
Per gustare l’opera di questi giovani maestri di questa giovane arte e poter dire “io c’ero”, anche se da Intruso.
12 commenti:
dire che sei stato troppo generoso (almeno con me) è dire poco.
fatti vivo via mail, perché a questo punto DEVO ringraziarti di persona.
un abbraccio,
pasquale
ah, che belle parole, riscaldano
pensa che mi hai fatto venire voglia di rileggerlo...potere delle recensioni al kerosene
marco!
fai come il sostituto! promuovi in maniera esagerata questo povero libro dimenticato sulle frequentatissime colonne del tuo blog! convinci i tuoi lettori (e i loro smilzi portafogli) ad affrontare la spesa.
coro', facce la marchetta!
pasquale "uomo sandwich" la forgia
Mamma mia, sono commosso.
Ti assicuro che sei incoraggiante.
Ti ringrazio di cuore perchè hai letto bene il nostro lavoro.
Bello vedere che dopo aver "dato" una storia, ricevi qualcosa in cambio.
ciao uomo
roberto
Dopo una proccupante assenza sei tornato alla grande.
ciao sub
Carissimi tutti siete troppo buoni, se fossi orfano direi di aver trovato una famiglia. Agli Intrusi: avete avuto indietro solo una parte di quello che mi avete dato, resto avvantaggiato nello scambio. Pasquale, non ho la tua mail, scrivi alla mia e sincronizziamoci, ma temo non sarà prima di lunedì.Ciao Marco, Ciao Matteo, e ciao a chi passerà,è il fine settimana anche per me. Baci
caro sostituto,
la mia mail la trovi sul profilo di blogspot:
artistanchi@gmail.com
a presto,
p
Che bello... grazie!
good start
La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu
Si, probabilmente lo e
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